Care colleghe, cari colleghi,
a che punto è la libertà di stampa? A che punto è la capacità non tanto di annunciare, ma di praticare con i fatti, e scelte quotidiane, i valori di autonomia, di indipendenza, terzietà, la vocazione a farsi testimoni e interpreti degli accadimenti? Di farsi racconto di un contesto sociale e culturale, delle sue comunità, dei suoi territori? A che punto i giornalisti riescono a farsi garanti del diritto dei cittadini a essere informati?
La prima garanzia, quella che precede persino le diverse carte dei doveri, io credo derivi dalla coscienza di sé. Dalla consapevolezza della responsabilità del ruolo che si è chiamati a svolgere. Dal dimostrarsi adeguati al compito.
La prima assicurazione è quella che deriva dal beneficio del dubbio. Chi si interroga rischia di sbagliare di meno. Ed è proprio l’interrogarsi che consente di esaltare al meglio lo svolgimento di questa professione e di stabilire, nei confronti dei cittadini e dei lettori, un rapporto fondato su credibilità e fiducia. Fiducia verso quella voce dell’informazione che può essere percepita come autorevole e affidabile.
Tutto questo accade nel bel mezzo di un processo di profonda trasformazione che sta investendo anche forme, linguaggi e condizioni di svolgimento di questa professione. Le tecnologie hanno, per molti versi, determinato, condizionato, accelerato i processi. L’uso che di esse si è fatto (spesso per sostituire giornalisti e non per potenziarne le possibilità operative) ha fatto il resto.
Assemblea annuale 2012, la relazione del presidente dell'Ordine dei giornalisti della Basilicata
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pdf / 47KBAssemblea annuale 2012, la relazione del tesoriere e il bilancio
Bilancio dell'Ordine dei giornalisti della Basilicata al 31 dicembre 2011
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